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Omelia del Preposito Generale, Rvdmo. Salvador Rodea González, CR, in occasione della professione religiosa del novizio Jeremías Aguirre

By Community Manager

Giu 23 2020

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Gesù, da buon ebreo, ascoltò e lesse la Torà. Lo conosceva, perché era stato educato in esso per trent’anni e vi si rifletteva, in virtù della sua autocoscienza. Per questo motivo, sarà in grado di dire senza esitazione nella sinagoga di Nazareth: “Oggi questa Scrittura che hai appena ascoltato è stata adempiuta”

Dopo l’ascensione di Gesù al cielo, i primi cristiani, grazie alla maggiore comprensione del mistero di Gesù per opera dello Spirito, fecero di Gesù il libro vivente, il Vangelo della nostra salvezza. In questo modo, il cristianesimo non è principalmente la religione del libro, ma la religione della persona di Gesù Cristo, un libro sempre vivo che rivela agli uomini le vicissitudini e i modi tortuosi della storia.

Per questo motivo, è molto necessario che i cristiani, da bambini, a partire dall’istruzione di base, acquisiscano familiarità con l’intera Bibbia: con l’Antico e il Nuovo Testamento.

Che grande compito hanno i catechisti nelle loro mani preparare i bambini alla prima comunione o alla conferma! Quanto è importante che i catechisti giovani e adulti sappiano guidarli verso una lettura cristiana della Bibbia!

Hai ricevuto tutto questo da qualcuno. Immagina quanto sia stato importante e ora tocca a te essere una di quelle persone che faranno avvicinare gli altri a Dio. La tua testimonianza, la tua spiritualità e la tua passione per trasmettere l’amore di Dio.

Il dono della nostra comune vocazione a seguire Cristo “più da vicino” attraverso i consigli evangelici di obbedienza, con nulla di nostro ma tutto in comune e nella castità, illuminato anche dalla parola e dall’esempio di così tanti dei nostri fratelli che ci servono ravvivare, come chiede l’apostolo Paolo (cfr. 2 Tim 1: 6-11) il dono della vocazione alla quale siamo stati chiamati.

Coraggio, sii forte! Persevera, sii fedele! E porta frutto, risveglia il mondo!

Coraggio, sii forte! Il Signore è stato generoso con noi consacrati, guardandoci con amore (cfr Mc 10, 17-30), chiamandoci a condividere la sua vita e missione (cfr Mc 3, 13). Sii generoso con lui. Non essere vittima della pigrizia che ti porta a scegliere il viaggio più comodo e facile. È vero che ciò che il Signore ti chiede, che tu lo segua più da vicino (cfr. Mt 19, 21), e ciò che la vita consacrata vissuta in pienezza richiede, supera le nostre forze e capacità. Ma forse non abbiamo sentito dire che nella nostra debolezza si manifesta il potere di Dio? (2 Corinti 12, 9) Le Scritture non dicono che per Dio “niente è impossibile”? (Lc 1, 37), e “che possiamo fare tutto in Lui che ci dà forza”? (Filippesi 4, 13)

Non allinearti Geremia, al numero di coloro che ascoltano la “Tromba dello Spirito” (Sant’Agostino), che li chiama a seguire il Signore nella vita consacrata, non possono rispondere ad esso, a causa del rumore e della dispersione in cui vivono o semplicemente perché sono troppo attaccati ai loro piani e progetti per dare vita al progetto di Dio.

Non fare della domanda vocazionale una storia senza fine, una semplice ricerca, senza voler trovare il Signore e seguirlo coraggiosamente, per paura di perdere la tua libertà o autonomia. Le Scritture dicono: “Se hai ascoltato la sua voce, non indurire il tuo cuore” (Salmo 95 7-8). Sì, se ascolti la voce del Signore, vivi un sereno e serio discernimento vocazionale, facendoti accompagnare da un autentico maestro dello spirito, e prega e prega senza sosta (cfr Lc 22, 46), in modo che il Signore ti faccia conoscere il suo santo santo Volere. E, conoscendo la volontà del Signore, con fede viva, certa speranza e perfetta carità, non rimandare a lungo la risposta, non passare la vita nell’incertezza di coloro che non si assumono coraggiosamente il rischio di una risposta generosa.

Geremia rimane. Non avere paura. Possa tu non mancare di fede o indebolire la tua speranza. Il Signore, come un giorno Geremia, assicura oggi a ciascuno di noi: “Sono con te per liberarti” (Geremia 1, 8). Dai frutto, sveglia il mondo!

Jeremías, sii padre e madre, NON SINGOLONE (Papa Francisco). Sfuggire alla tentazione di idolatrare la tua immagine, la tentazione di Narciso, che ti condurrà, come il personaggio mitologico, a morire nelle sue stesse reti. Ricorda sempre che “la felicità è più nel dare che nel ricevere” (Atti 20, 35). E quel dono è ricevuto (San Francesco). Non vivere, chiuso in te stesso, nei tuoi interessi, piani e progetti.

L’Ordine dei Chierici Regolari (Teatini) e l’intera Chiesa stanno celebrando. Ancora una volta celebriamo la fedeltà di Dio nostro Signore, che non ci lascia mai soli. Gioiamo nel Signore per poter guardare in alto e vedere i giovani pronti ad affrontare la sfida di seguire Gesù Cristo, di innamorarsi completamente di lui, di realizzare i propri desideri di salvezza di tutti gli uomini e verificare che il carisma di San Cayetano continui vivo.

La caratteristica dei “seguaci” di San Gaetano è quella di vivere sempre in un atteggiamento di “riforma sacerdotale”. Dio ti conceda di riscoprire con un cuore innamorato, la fondatezza del Carisma con cui lo Spirito del Signore ti vuole presente nella sua Chiesa: attraverso “comunità formate da sacerdoti riformati”.