Nacque a Vicenza nell’ottobre 1480, discendente della nobile famiglia Thiene, figlio di Gaspar di Thiene e Maria Porto, laureatosi in giurisprudenza a Padova, più tarde, dopo aver ricevuto la sacra tonsura (1504), nel 1508 si recò a Roma per far parte della Curia romana, sotto il pontificato de Giulio II. Ha servito come protonotario apostolico Entrò nella Confraternita del Divino Amore di Roma (1515), dove sviluppa in diverse città italiane attività simili a quelle della Confraternita. Nel 1516 divenne sacerdote; nello stesso tempo si diede a più intensa vita spirituale e alla beneficenza. A seguito di questa attività, San Gaetano fondò l’Ospedale degli Incurabili di Venezia, insieme ai patrizi veneziani Maria Malpier e Marina Grimani, nel 1522.
Il Santo fece anche un apostolato della stessa natura all’Ospedale della Misericordia di Vicenza, dandogli la forma di nosocomio per gli incurabili, e frequentando anche quello di S. Giacomo di Augusta, a Roma. Gaetano s’impegnò a riformare i costumi degli ecclesiastici, e si sforzò di restaurare nella Chiesa del suo tempo il modo di vivere degli Apostoli. In questa compagnia incontrò Gian Pietro Caraffa, Vescovo di Chieti e membro dell’Oratorio del Divino Amore Romano. Il risultato di questo incontro fu la fondazione dell’ordine dei Chierici Regolari Teatini il 14 settembre 1524.
Gaetano, di natura dolce e socievole, dotato di luminose virtù sacerdotali, promosse lo splendore del Culto Divino e la frequente partecipazione ai sacramenti. A lui siamo abbagliati dalla venerazione della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo e dalla sua passione, e soprattutto dal modo in cui questo è stato combinato con la devozione alla Vergine Maria. Da qui una certa iconografia rappresenta San Gaetano che riceve il Bambino Gesù tra le sue braccia, come la Vergine stessa gli ha offerto.
Questo modo di ricreare la figura di Gaetano ha il suo fondamento nella narrazione che ha fatto a suor Laura Mignani, su un’esperienza mistica nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma, il Natale 1517. Volendo non avere una moneta per pagare la propria sepoltura, si dedicò completamente a una vita di povertà, al servizio ai più bisognosi e di fiducia nella Divina Provvidenza. Così, pieno della sua vita di santità e di resa, morì a Napoli il 7 agosto 1547. Le sue spoglie mortali riposano nella cripta della Basilica di San Paolo Maggiore a Napoli. Fu beatificato da Urbano VIII l’8 ottobre 1629, mentre Clemente X lo proclamò Santo il 12 aprile 1671. La sua festa liturgica è celebrata il 7 agosto.