Echi di Teatino Giugno 2020, n. 2

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Abbiamo anche il piacere di anticipare l’opera che P. Vincenzo Cosenza, C.R., un leggendario teatini calabrese, con un bianco pronunciato e un sorriso franco, si appresta a pubblicare. È una nuova traduzione de Il Combattimento Spirituale, del nostro Lorenzo Scupoli. Indubbiamente, la versione che P. Vincenzo ha preparato e di cui abbiamo ricevuto la copia in Microsoft Word, cerca di recuperare i colori della lingua scupola in sintonia con l’uso del nostro tempo. Certo, senza perdere la sua essenza, invecchiato e proverbialmente famoso. Condividiamo la presentazione che lo stesso P. Vincenzo ha pensato per il suo testo:
PREMESSA
Ci sono capolavori che giacciono nei musei o nelle biblioteche e che sono oggetto d’ammirazione, solo, per gli “addetti ai lavori”, per pochi intimi, capaci di “leggere” la loro storia, il loro tempo, il loro messaggio.
Il combattimento spirituale di P. Lorenzo Scupoli rischia di entrare nel numero di quei libri del passato o di quei pezzi rari di antiquariato “intoccabili” e “illeggibili” per le nuove generazioni.
Personalmente, ritengo il capolavoro dello Scupoli un libro di estrema attualità, un libro che scava nel profondo dell’uomo e ne sollecita le potenzialità migliori; tuttavia, bisogna dargli la possibilità di “parlare”.
Il mio intento è proprio questo: dare al libro dell’illustre Teatino un linguaggio adatto per i nostri tempi. Non condivido l’idea di chi vorrebbe cristallizzare il libro nella forma e nello stile del tempo in cui è nato e che rimanesse così come è uscito dalla penna dell’autore. A parte che il libro è stato più volte “riveduto” e “trascritto”, ma per coloro che sono amanti dell’originale, c’è sempre la possibilità di trovare il testo del 1600 nelle biblioteche o negli archivi per leggere e godere del lessico del tempo. Mi sembra di defraudare il lettore di oggi privandolo della comprensione e del gusto di questo testo di spiritualità, dandogli da leggere un’opera ostica e contraria a un nuovo linguaggio. Prima di tutto la comprensione.
Perché due persone possano capirsi necessita che parlino la medesima lingua: P. Lorenzo Scupoli parla la lingua del fine ‘500, inizio ’600, ma la “dottrina”, come dice lo stesso, rivolgendosi a Cristo, “è tutta dottrina tua” e la “dottrina” di Cristo non ha tempo. E tuttavia, il Vangelo, la Parola di Dio, il Libro dei libri, noi lo traduciamo in lingua, leggibile, comprensibile. È questo un “peccato”?
Leggendo le pagine di questo Combattimento Spirituale spero mi vogliate assolvere.
L’edizione a cui mi ispirerò sarà quella dello Stabilimento Tipografico di A. Festa – Napoli, curato da Don Carlo Di Palma, Chierico Regolare (1852). Inserirò anche la premessa che il Di Palma ha tratto da alcune “Lettere di S. Francesco di Sales, vescovo di Ginevra”.
P. Vincenzo Cosenza, C.R.
Curatore della traduzione