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Alcune informazioni sull’Indulgenza Plenaria

By Community Manager

Mag 04 2023

500 Anni, Notizie

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In queste brevi righe vorremmo considerare alcuni aspetti relativi all’Anno Giubilare Teatino che si celebrerà in occasione del 500° anniversario della fondazione del nostro Istituto religioso. In particolare, faremo riferimento a una possibile dinamica pastorale che accompagnerà le attività rivolte ai membri dell’Ordine Teatino e agli altri fedeli cristiani per ottenere l’indulgenza plenaria.

Secondo il Decreto Prot. N. 1365/22/I, emanato dalla Penitenzieria Apostolica il 25 aprile 2023, questo Anno Giubilare andrà dal 14 settembre 2023 al 14 settembre 2024, per cui possiamo pensare alla celebrazione devota e comunitaria dei riti giubilari nei templi che riguardano il nostro Ordine Teatino, oppure possiamo ipotizzare la presenza dei fedeli in questi templi per compiere quegli atti personali che sono fonte di grazia per beneficiare durante quell’anno dell’indulgenza plenaria.

Per avere un approccio chiaro a ciò che sono le indulgenze, dobbiamo sempre partire da una categoria inalienabile: “il tesoro della Chiesa”. Un tesoro di grazia e di misericordia, che è senza macchia ed è capitalizzato dai meriti incommensurabili di Cristo Gesù, il nostro Divino Redentore, così come da quelli propri della Vergine Maria e dei Santi [1]. Le indulgenze saranno quindi sempre legate, come pratica pastorale, alla pietà con cui ci rivolgiamo al Signore, alla Vergine e ai Santi.

Questa azione di pietà ci inviterà a compiere alcuni atti che comporteranno strettamente la concretizzazione di una manifestazione di volontà, tendente a esprimere la fede che professiamo e a incarnare in noi la misericordia che desideriamo ricevere e condividere.

Questo presuppone che ci sia uno spazio, un luogo, in cui manifestarsi, così come la realizzazione di alcune opere che esprimono la spiritualità che ci accompagna e la pratica della fede che sostiene. In questo senso, non dobbiamo dimenticare ciò che disse Papa Paolo VI riferendosi alle indulgenze: “la Chiesa intende venire incontro ai suoi figli non solo per aiutarli a soddisfare le pene dovute per i loro peccati, ma anche e soprattutto per spingerli a un maggiore fervore di carità”[2].

Va notato che, nel decreto di concessione dell’indulgenza plenaria per il nostro anno giubilare di fondazione, quando si parla di edificio ecclesiastico, ci si riferisce a un luogo di culto, preferibilmente un luogo riconosciuto come sacro, cioè uno di “quelli che sono destinati al culto divino o alla sepoltura dei fedeli per dedicazione o benedizione”, canone 1205, CIC, come cornice delle celebrazioni giubilari.
Pertanto, la considerazione che diamo allo spazio in cui convocare i fedeli per ottenere l’indulgenza plenaria deve avere queste caratteristiche. Questa idea è rafforzata dal fatto che il decreto parla di un pellegrinaggio dei fedeli al tempio, intrecciando così il senso di pietà che li guida con un riferimento concreto, giuridico, spirituale e liturgicamente ben definito.Deve essere una cornice adeguata all’esperienza profondamente religiosa di un cammino di conversione.In questo senso, pensando al conseguimento delle indulgenze in relazione alla visita di alcuni luoghi che possiamo definire sacri, l’Enchiridion indulgentiarum (EI) parla di “chiesa o oratorio” (cfr. EI, Normae De Indulgentiis, nn. 14.16.19).

A questo proposito, dobbiamo precisare cosa si intende per chiesa o, a seconda dei casi, per oratorio, in termini formali:
a) Canone 1214, CIC: Per chiesa si intende un edificio sacro destinato al culto divino, nel quale i fedeli hanno il diritto di entrare per la celebrazione, soprattutto pubblica, del culto divino.
b) Canone 1223, CIC: Con il nome di oratorio si intende un luogo destinato al culto divino con il permesso dell’Ordinario, a beneficio di una comunità o di un gruppo di fedeli che vi si recano, al quale possono accedere anche altri fedeli, con il consenso del Superiore competente. Naturalmente, è probabile che l’oratorio non sia dedicato, ma è consigliabile che sia almeno benedetto per essere propriamente un luogo sacro. Altrimenti, sarebbe solo un luogo di culto. In riferimento al concetto di oratorio, tenendo presente la nostra vita religiosa, si può anche ricordare quanto segue:
c) Canone 608, CIC: La comunità religiosa deve abitare in una casa legittimamente costituita, sotto l’autorità del Superiore nominato a norma del diritto; ogni casa deve avere almeno un oratorio, nel quale si celebra e si riserva l’Eucaristia, in modo che sia veramente il centro della comunità. L’Ordinario di cui al can. 1223 sarà, in questo caso, il Superiore maggiore competente che potrà dare il permesso di utilizzare l’oratorio della comunità per il culto divino di cui la comunità stessa beneficia spiritualmente. D’altra parte, il Superiore competente, a cui lo stesso canone fa riferimento per concedere l’accesso ad altri fedeli, è il capo della comunità in mezzo alla quale è stato eretto l’oratorio.

Come luogo sacro, specialmente destinato al pellegrinaggio dei fedeli, ci sono i santuari, come recita il canone 1230: “Con il nome di santuario si intende una chiesa o altro luogo sacro al quale, per uno speciale motivo di pietà, si recano in pellegrinaggio numerosi fedeli, con l’approvazione dell’Ordinario del luogo”.
Per quanto riguarda la pastorale da sviluppare in relazione all’indulgenza plenaria, dobbiamo ricordare che è tradizione della Chiesa non associarla alla celebrazione dell’Eucaristia o degli altri Sacramenti[3], se non come aggiunta a circostanze straordinarie che accompagnano la partecipazione a occasioni speciali in cui si celebra la Messa o qualche Sacramento (cfr. IE, Praenotanda, n. 3). Questo ci porta, d’altra parte, a visualizzare quelle opere di pietà, carità e/o penitenza, alle quali sono associate le indulgenze e che possono essere incoraggiate dai pastori a essere compiute nei luoghi di culto sotto la cura dei Teatini. Queste opere coprono uno spettro che va dalla visita al luogo sacro, alla continuazione di una celebrazione liturgica, alla recita dell’Ufficio divino o di qualche pio esercizio, al sostegno economico di qualche attività pastorale sociale, o al contributo del proprio tempo libero[4].È importante ricordare anche che coloro che, per età o malattia, non possono partecipare alle celebrazioni giubilari nelle chiese, possono seguirle in contemporanea attraverso i mass media, così come è già stato stabilito per la Benedizione Papale, impartita dal Santo Padre o dal Vescovo diocesano[5], o per la recita del Rosario[6] o della Via Crucis[7]. Il requisito fondamentale è che si uniscano alle celebrazioni in modo pio, conformandosi con l’intenzione d’animo e l’atteggiamento devoto a ciò che si sta facendo e che si preparano a ricevere spiritualmente per mezzo di strumenti televisivi o radiofonici (oggi estesi nella pratica a quelli informatici[8]).In questo riferimento alla validità dell’uso dei mezzi di comunicazione di massa per beneficiare delle indulgenze, abbiamo anche accennato ad alcune celebrazioni giubilari che possono essere integrate comunitariamente, ossia la recita del Rosario e la Via Crucis. Altre celebrazioni comunitarie possono essere i pellegrinaggi, organizzati da alcuni gruppi impegnati nella vita pastorale delle nostre chiese. In quest’ordine, possono essere organizzate anche celebrazioni penitenziali per aiutare a prepararsi al sacramento della Penitenza, che è condizione per ottenere l’indulgenza, insieme alla comunione eucaristica e alla preghiera per le intenzioni del Romano Pontefice.

Per non creare confusione con gli Anni Santi promulgati dal Santo Padre, sembrerebbe che la costituzione di una “porta santa” nei nostri templi non debba essere presa in considerazione, perché, peraltro, con la visita stessa l’indulgenza è già acquisita.

Realizzato da: Rev. P. Marcelo Zubia, C.R.


[1] Cf. Poenitentiaria Apostolica, Decretum Iesu humani generis (16 luglio 1999), párrafo inicial, en Enchiridion Indulgentiarum (16 luglio 19994), https://www.vatican.va/roman_curia/tribunals/apost_penit/documents/rc_trib_appen_doc_20020826_enchiridion-indulgentiarum_lt.html [Acceso: 28/04/23; 23:00].
[2] Paulus VI, Discorso al Sacro Collegio ed alla Prelatura Romana, 23 dicembre 1966, AAS 59 (1967), 57 (tr. española de propia mano).
[3] La razón es que el Sacrificio de la Misa y los Sacramentos «tienen por sí mismos altísima eficacia en cuanto a la “santificación y la purficación”», EI, Praenotanda, n. 3.
[4] Cf. Poenitentiaria Apostolica, Il dono dell’indulgenza (29 gennaio 2000), nn. 8-10, en https://www.vatican.va/roman_curia/tribunals/apost_penit/documents/rc_trib_appen_pro_20000129_indulgence_it.html [Acceso: 29/04/23; 21:21].
[5] Cf. Poenitentiaria Apostolica, Decretum Diversi ex locis, 14 dicembre 1985, AAS 78 (1986), 293-294; EI, Concessiones n. 4.
[6] Cf. EI, Concessiones n. 17, §1, 2º.
[7] Cf. EI, Concessiones n. 13, 2º.
[8] Cf. Poenitentiaria Apostolica, Decreto sobre la concesión de la Indulgencia con ocasión de la Jornada mundial de los Abuelos y los Ancianos, 22 de junio de 2021, tercer párrafo, en https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/06/22/0399/00880.html [Acceso: 29/04/23; 19:52].