S. Andrea Avellino, primo biografo del Beato Paolo Burali
Il Concilio di Trento diventa realtà a Piacenza
Poco dopo avviò la visita della diocesi la quale è molto vasta (ha un diámetro di oltre 50 miglia. Non ci fu castello o villagio che non fosse da lui visitato.
Scrisse poi il Sinodo, breve, ma di solida sostanza. Il suo lavoro era così pesante che dopo essersi affaticato per sei anni cadde malato per stanchezza. Si ritirò in un palazzo detto Gazzola, a dieci miglia dalla città, e là conduceva vita solitaria, mentre esperti Vicari ed abili Visitatori percorrevano la diocesi imponendo l’osservanza dei suoi ordini.
Dopo due anni di quiete, fu eletto arcivescovo di Napoli: carica che non voleva assolutamente accettare, perchè si riconosceva infermo ed impotente a governare e considerava le pesanti fatiche e contrarietà che avrebbe dovuto colà sostenere.
Notificò al Papa la sua volontà di dire “no” alla nomina. Il Commendatore Maggiore, che era ambasciatore del Re presso il Papa, interpose i suoi uffici presso Papa Gregorio XIII perchè lo costringesse a venire.
Forzatamente, con dispiacere suo e dolore della città, con lacrime e pianto del Clero, del Popolo e dei poveri, si trasferì a Napoli.
Come poi sia entrato e in qual modo si sia comportato a Napoli non lo so perchè io restai a Piacenza. Intorno alla sua umiltà ci pare di aver parlato a sufficienza. Ma c’è ancora molto di più da dire.
Scrisse poi il Sinodo, breve, ma di solida sostanza. Il suo lavoro era così pesante che dopo essersi affaticato per sei anni cadde malato per stanchezza. Si ritirò in un palazzo detto Gazzola, a dieci miglia dalla città, e là conduceva vita solitaria, mentre esperti Vicari ed abili Visitatori percorrevano la diocesi imponendo l’osservanza dei suoi ordini.
Dopo due anni di quiete, fu eletto arcivescovo di Napoli: carica che non voleva assolutamente accettare, perchè si riconosceva infermo ed impotente a governare e considerava le pesanti fatiche e contrarietà che avrebbe dovuto colà sostenere.
Notificò al Papa la sua volontà di dire “no” alla nomina. Il Commendatore Maggiore, che era ambasciatore del Re presso il Papa, interpose i suoi uffici presso Papa Gregorio XIII perchè lo costringesse a venire.
Forzatamente, con dispiacere suo e dolore della città, con lacrime e pianto del Clero, del Popolo e dei poveri, si trasferì a Napoli.
Come poi sia entrato e in qual modo si sia comportato a Napoli non lo so perchè io restai a Piacenza. Intorno alla sua umiltà ci pare di aver parlato a sufficienza. Ma c’è ancora molto di più da dire.
Preghiera
O Dio, che hai manifestato nel Beato Paolo Burali le multiformi e mirabili vie della tua chiamata alla perfezione cristiana, concedi a noi il comforto della sua celeste protezione per seguire te con tutto il cuore. Per Cristo nostro Signore. Amén.
(si fa un piccolo silenzio per domandare la grazia che ciascuno porta nel suo cuore)
Padre nostro, Ave Maria e Gloria
Pensiero del Beato Pablo Burali:
“Chi salpa per un lungo viaggio, si prepara in tempo sia in ciò che riguarda la sua persona che nella roba che deve portare con sè; sistema ogni cosa al suo posto, si congeda dagli amici, da tutti; ha con sé tutto quello che gli serve per la traversata. Assai diverse le condizioni di un altro il quale, dovendo affrontare lo stesso viaggio, non si cura della partenza e di tutto ciò che gli occorre. A notte fonda si sente improvisamente destato da chi gli intima la partenza, prende così alla rinfusa quanto gli capita sotto mano e pigramente, renitente e ribelle, si avvia verso la nave. Non gli resta che il rimpianto di ciò che è costretto ad abbandonare e la brama, se fosse possibile, di ritornare a terra”
QPRD