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Paolo Burali d’Arezzo

Scipione (Paolo d’Arezzo) Burali. Nacque nel 1511 a Itri (Gaeta, Italia), figlio di Paolo e Victoria Olivares di Barcellona. Il padre, di famiglia di piccola nobiltà, originaria di Arezzo (di qui il nome di religione del Beato), da qualche tempo trapiantata nel Regno di Napoli, fu al servizio della corte spagnola e dopo di quella pontificia, con compiti politici e diplomatici.
Avviato agli studi nell’università di Salerno (1524), si addottorò in utroque in quella di Bologna, dove fu tra i migliori allievi di Ugo Buoncompagni, il futuro pontefice Gregorio XIII.

Tornato a Napoli, esercitò l’avvocatura per diciotto anni, acquistando una larghissima popolarità per la sua solida dottrina giuridica, e soprattutto per l’integrità professionale.
Nel 1548 fu assegnato a una delle principali cariche pubbliche del Regno, quella di membro del Sacro regio consiglio, attribuitagli dal viceré Pedro di Toledo. Ma ormai una ben diversa vocazione era maturata in lui. Un altro forum sarebbe quello che la Provvidenza aveva previsto. Alla ricerca di una maggiore perfezione di vita, rinunziò a tutte le cariche pubbliche e si ritirò a vita religiosa tra i teatini del convento napoletano di S. Paolo Maggiore, vestendo l’abito dei chierici regolari il 2 febbraio 1558, e assumendo il nome di religione di Paolo. Aveva come maestro dei novizi, il Beato Giovanni Marinoni, e come co-novizio Sant’ Andrea Avelino che nutriva molto rispetto per Burali, rendendolo più nobile, più istruito e virtuoso di lui.

Nel maggio del 1568 Pio V lo designò vescovo di Piacenza, in luogo di colui che tanta parte aveva avuto nella sua formazione spirituale, il cardinale Bernardino Scotti e, nel concistoro del 17 maggio 1570, lo creò cardinale con il titolo di Santa Pudenziana.

A Piacenza si prodigò per attuare le riforme proposte dal Concilio di Trento. In questo compito fu assistito da Sant’Andrea Avellino. Ha fondato il Seminario del Consiglio diocesano e ha cercato di rinnovare il clero della sua diocesi per la quale ha anche chiamato ai Chierici Regolari Teatini, per assisterlo in quest’obiettivo.

Il 19 settembre 1576 Gregorio XIII decideva il trasferimento del Burali dalla diocesi di Piacenza all’arcivescovato di Napoli. Nel breve periodo in cui egli resse quest’arcivescovato, ebbe modo di dare ancora dimostrazione del suo zelo riformatore, con rigidi interventi in materia di disciplina del clero secolare e regolare. Un secolo dopo, Il cardinale Ascanio Filomarino, potrebbe affermare che Paolo Burali “mise al suo posto la dignità e la giurisdizione dell’arcivescovo con la forza e l’esempio della sua santità di vita e con il coraggio che ha mostrato in più di un’occasione”.

Morì a Napoli il 17 giugno del 1578. Le sue spoglie riposano nella Basilica di San Paolo Maggiore, Napoli. La sua beatificazione fu decretata dal pontefice Clemente XIV il 13 maggio 1772. Festa 17 giugno.