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Conferenza di Mons. Guido Marini, Prelato d’Onore di Sua Santità e Maestro delle Celebrazioni Pontificie, a Sant’Andrea della Valle

By Community Manager

Giu 19 2021

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Sabato 5 giugno 2021, abbiamo avuto la grazia, nella nostra Basilica di Sant’Andrea della Valle, situata a Roma, di accogliere cordialmente Mons. Guido Marini, personalità di spicco della liturgia pontificia, come un cerimoniere che accompagna il Romano Pontefice nelle varie celebrazioni che svolge. Dalle 10:00 alle 12:30 abbiamo potuto condividere con Mons. Marini un’interessante conferenza su diversi aspetti della liturgia della Chiesa cattolica. All’incontro hanno preso parte alcuni religiosi delle Case Teatine di San Gaetano a Roma e San Gaetano de Morlupo, insieme ai membri della nostra Casa Generalizia e del Collegio Teatino Internazionale “San Giuseppe María Tomasi”.

Di seguito trascriviamo una sintesi che P. Ambrosio Cots Dorca, C.R., ci ha lasciato alla presentazione del Vescovo Marini. Va notato che è stato lo stesso padre Ambrosio – amico del prelato pontificio – a gestire la presenza tra noi di Mons. Marini e che ha svolto anche il ruolo di moderatore della conferenza.

Formazione Liturgica
Arcivescovo Guido Marini

La Liturgia celebra il Primato di Dio, Dio prima di tutto. È entrare nel suolo di Dio. Non è pura cerimonia. È Dio che è presente. La Liturgia è essenziale, è un’esperienza determinante della vita di fede. L’Eucaristia è un incontro con il Signore, in un contesto liturgico. L’Eucaristia è il centro e il fondamento della nostra fede.

Mons. Marini mette in evidenza 7 elementi dell’esperienza liturgica:

1) È un’opera di salvezza: l’attore è Gesù Cristo. Attraverso il rito si attua la salvezza. Il centro non sono io, né l’assemblea. Cristo presiede, morto e risorto. In essa deve essere trasmesso il deposito della fede, non le mie parole, ma la Parola viva di Dio. La vita di Cristo nella liturgia e la liturgia di Cristo nella vita umana. Toccare Gesù vivo, che dona la Vita. Questa è la Liturgia: Cristo vive in mezzo a noi.

2) La Chiesa è il secondo grande protagonista. Cristo è lo sposo, la Chiesa la sposa (cfr SC I). La Chiesa è l’attore sacro. Tutta la Chiesa è protagonista della liturgia. La comunione con Dio e con i santi continua nel tempo e nell’eternità. Fa parte di un corpo: noi, non l’io individuale. Si tocca l’universalità. Non personalità, è tradire il rito. È il noi della Chiesa che è importante, non io.

Romano Guardini: Non ai soggettivismi ma all’oggettività. Il soggetto è la chiesa. Sbarazzati delle personalità. È la Chiesa che celebra, non quello che piace a me, ma quello che piace alla Chiesa. Siamo membri, non il capo. Uniti a Lui. L’importante è il Noi, per dimenticare le personalità. Dimentica se stessi, come Giovanni Battista: Possa Lui crescere e io diminuire.

3) Il terzo elemento è la preghiera: la preghiera è la forma della Liturgia. È rivolgersi a Dio. Non è l’autocelebrazione dell’assemblea umana. Non celebrare noi stessi, l’assemblea, ma Cristo. O celebra Dio o è autocelebrazione. La liturgia è orientata a Dio, non a noi stessi. La liturgia è preghiera. La liturgia con i segni attualizza il mistero di Dio. Il segno è santo, apre al Mistero di Dio. Il segno può essere con uno scopo aperto, la preghiera, o uno scopo chiuso, che impedisce la preghiera (cfr Benedetto XVI, Sacramentum caritatis,). Celebrare è un’arte (Ars celebndi), sono segni che aprono il Mistero divino.

4) Dimensione cosmica: è una ricapitolazione di tutto in Cristo, creazione e storia. Tutto ha origine e destinazione in Dio. Dio dà un nuovo significato. Cristo è il Salvatore del tempo e dell’Universo. Il rito liturgico è una vera ecologia, dell’amore per il Creatore. Dona una nuova trasparenza alla creazione.

Il mistico Divo Barsotti afferma che ciò che amo sarà con me in Paradiso. La risurrezione non è solo spirituale. La carne risorgerà. Solo il peccato non sarà con Dio.

5) Partecipazione: Comunione con ciò che si fa, che sia la mia vita. Bisogno di comunione con Cristo. L’azione liturgica è partecipativa, è l’atto di Cristo con noi. Devi chiederti: il rituale ha cambiato qualcosa? Ciò indica una partecipazione autentica. Possa l’atto di Cristo essere mio. La liturgia è corale.

6) Evangelizzazione: La liturgia evangelizza, cogliendone la bellezza. Non è una questione estetica o artistica, non basta. Devi comunicare Dio. Con la nobile semplicità della bellezza. Che evangelizza: entrare nel mistero di Dio. Ma un’altra bellezza evangelizza, la bellezza dell’Amore: il cuore deve sentire l’amore, vivendo l’esperienza liturgica. Benvenuto. La carità evangelizza. Il bello, l’arte evangelizza e da lì passa all’Amore di Dio e in mezzo a noi. La bellezza salva, dice un autore russo, e la bellezza suprema è Cristo. Cristo salva.

7) Il cielo e la terra si toccano: la liturgia è anticipazione della realtà futura. Porta speranza e guida il presente. La liturgia è una bussola che punta all’eternità. Siamo pellegrini. Il cristianesimo non ha una visione circolare della storia. La liturgia deve anticipare l’esperienza di Dio, quella che ci attende in Paradiso, nell’eternità.